Impianti Fotovoltaici

Impianti Fotovoltaici

L’autoproduzione di energia elettrica da fonti rinnovabili rappresenta il modello energetico maggiormente proficuo e sostenibile per ognuno di noi.

Difatti, grazie alle Smart Grid e alla loro tecnologia, è possibile accede alla “Generazione Distribuita”.

Nello specifico, si tratta di piccole unità di produzione (in riferimento all’intero sistema elettrico) commisurate ai propri bisogni e poste vicine ai consumatori, localizzate in diversi punti del territorio ma tutte allacciate alla stessa rete elettrica.

Si tratta di un modello alternativo alla generazione centralizzata, che propone poche e grosse centrali di produzione di energia.

La fonte di energia che maggiormente maggiormente si è prestata ad avvalorare questo modello, è la solare fotovoltaica.

Ma quali sono i principali vantaggi derivanti da un impianto fotovoltaico?

E’ risaputo che l’impianto fotovoltaico “abbatte” le bollette elettriche. Ma in che modo lo fa?

L’energia che l’impianto fotovoltaico produce in un determinato momento, viene automaticamente assorbita dagli utilizzatori che richiedono un assorbimento nel medesimo istante.

Se l’energia richiesta dagli utilizzatori è maggiore rispetto a quella che si sta producendo, si prenderà dalla rete solo la differenza di energia necessaria, mentre se l’energia richiesta sarà minore rispetto all’energia prodotta, l’energia in eccesso verrà immessa in rete.

Ma l’energia in eccesso non viene perduta: esistono difatti strumenti o apparecchiature in grado di “immagazzinare” virtualmente o elettrochimicamente l’energia prodotta dal nostro impianto e non autoconsumata, per poi restituircela quando ne abbiamo bisogno.

Lo Scambio sul Posto (SSP) rappresenta una forma di compensazione dell’energia energia elettrica prodotta e non autoconsumata con quella prelevata e consumata in un momento differente.

Il sistema elettrico diventa dunque una enorme “batteria virtuale” dove viene riversata l’energia in eccesso e da dove si attingerà parte o tutta l’energia assorbita nei momenti in cui l’impianto non è in produzione o l’energia prodotta non è sufficiente a soddisfare il fabbisogno energetico in quel momento.

E’ completamente sbagliato pensare che l’energia immessa in rete venga venduta, infatti possiamo definire lo SSP più verosimilmente ad un rimborso parziale delle bollette pagate, in funzione dell’energia immessa in rete.

Difatti, viene restituito al produttore il controvalore economico dell’energia immessa in rete e successivamente prelevata dalla stessa.

Lo SSP prevede due tipologie diverse di contributo:

  • Il contributo in conto scambio (Cs);
  • Eventuali eccedenze.

Il Contributo in Conto Scambio viene erogato su base semestrale in acconto, a cui segue un conguaglio su base annuale.

Gli acconti vengono pubblicati ed erogati rispettivamente:

  • I semestre: Entro il 15 Maggio, entro il 15° giorno lavorativo di Giugno (dell’anno corrente);
  • II semestre: Entro il 15° giorno di Ottobre, entro il 15° giorno lavorativo di Novembre (dell’anno corrente).

Mentre il conguaglio viene pubblicato ed erogato:

  • Entro il 15 Maggio, entro il 30 Giugno (dell’anno successivo a quello di competenza).

Si ha il caso delle eccedenze quando nell’ ”accumulo virtuale” nell’anno di competenza, è stata immessa più energia di quanto si è riusciti a prelevare.

In questo caso il GSE, titolare del servizio di SSP, su richiesta può liquidare tali eccedenze, entro il 31 Gennaio dell’anno successivo a quello di riferimento.

Per il calcolo del contributo in conto scambio e delle eccedenze, si rimanda al sito www.gse.it .

Ma lo SSP non rappresenta l’unica possibilità di accumulo dell’energia prodotta, infatti è possibile accumulare tale energia con molteplici vantaggi anche in maniera reale e non virtuale.

Nonostante lo SSP rappresenti una buona soluzione per non perdere l’energia immessa in rete, da pochi anni esiste una soluzione migliore: L’accumulo elettrochimico.

Il principale vantaggio di disporre di un sistema di accumulo, sta nel fatto che lo SSP rimborsa, attraverso il controvalore economico dell’energia da valorizzare, solo una parte del reale esborso necessario per l’acquisto della stessa dal proprio trader.

Infatti, se si considera i kWh prelevati dalla rete costano di più rispetto a quanto ricaviamo “cedendo” la stessa energia usufruendo dello SSP, si fa presto a trarre la conclusione che laddove si massimizza l’autoconsumo energetico, prospera anche la convenienza.

Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un repentino calo dei prezzi dei sistemi di accumulo fino all’attuale stabilizzazione, che ha velocizzato in maniera importante il ritorno economico.

Oggi più che mai, conviene dotare i propri impianti fotovoltaici di nuova fattura o già esistenti di un sistema di accumulo elettrochimico.

Esistono due principali tecnologie di sistemi di accumulo:

Piombo

Le batterie al piombo rappresentano l’alternativa più economica tra le due, in quanto i costi di produzione sono più bassi. Se ben dimensionate e usate in maniera corretta, hanno una vita utile media di circa 5 anni.

L’efficienza di carica/scarica si attesta intorno all’80% ed è necessario utilizzarle con una profondità di scarica massima non superiore al 50%.

Ciò significa che se si vuole usufruire di una capacità di carica pari a 6kWh, si dovrà prevedere un sistema di accumulo al Pb almeno di capacità doppia, cioè 12kWh, con conseguente impegno economico che ne deriva.

Inoltre deve essere previsto un opportuno locale batterie con apposita aereazione, in quanto durante la fase di carica producono gas idrogeno.

Questo le rende poco idonee all’installazione in ambienti domestici, nonché poco sicure.

Litio

Le batterie al litio sono la soluzione attualmente più venduta sul mercato, grazie ai numerosi vantaggi tecnici instrinsechi della tecnologia.

La durata media di questo tipo di batterie è prevista per ben oltre i 10 anni, permettono una scarica totale (100%) e garantiscono un’efficienza media intorno al 90%.

Fino a qualche anno fa, l’unico reale inconviente importante che ne ha rallentato la diffusione era rappresentato dal prezzo, che tuttavia grazie al fervore che ha investito in questo ultimo periodo il settore e grazie alle economie di scala, non rappresenta più un ostacolo.

A parità di capacità il loro ingombro è decisamente minore, e sono dotate di apposito case estestico che ne permette l’integrazione in qualsiasi ambiente in maniera discreta.

Gli impianti fotovoltaici ed i sistemi di accumulo usufruiscono di diversi tipi di detrazioni fiscali.

Vediamoli di seguito.

Iva ridotta

Tra le varie agevolazioni che lo Stato ha messo a punto per incentivare la diffusione delle energie pulite, c’è la riduzione dell’aliquota IVA, che passa dal 22% al 10% in caso di installazione, ristrutturazione o manutenzione degli impianti fotovoltaici e dei pannelli solari.

L’IVA agevolata si applica nel caso di:

  • Acquisto impianto fotovoltaico completo;
  • Acquisto componenti di impianto;
  • Somme dovute per la manutenzione o servizi relativi all’installazione dell’impianto;

ed è applicata in misura pari al 10% a prescindere dall’acquirente, quindi anche nel caso in cui l’acquisto sia effettuato direttamente dal committente dei lavori.

Detrazione IRPEF del 50% (prorogata fino al 31/12/19)

E’ possibile detrarre dalla dichiarazione dei redditi il 50% delle spese sostenute per la realizzazione dell’impianto fotovoltaico, fino ad un massimo di 96.000€. La detrazione viene spalmata in 10 anni, attraverso una rata annuale di uguale importo.

I requisiti per l’accesso all’agevolazione sono:

  • Essere persone fisiche;
  • L’energia prodotta dall’impianto deve essere autoconsumata (Es. SSP del GSE), non è possibile venderla;

Non deve insistere sull’impianto alcun altro incentivo.

Per ogni kWh di energia rinnovabile prodotta, si evita un kWh di energia non rinnovabile pronta ad essere prodotta da qualche centrale a carbone, nucleare o turbogas.

Tutto questo avviene grazie ad un semplicissimo processo, una conversione fisica. Nessuna reazione chimica di cui le conseguenze si conosceranno tra centinaia di anni.

L’energia prodotta da fonte fotovoltaica è totalmente priva da agenti inquinanti, pura come la luce da cui deriva, e i benefici ambientali sono proporzionali alla quantità di energia prodotta.

Per la produzione di 1kWh elettrico, vengono bruciati l’equivalente di 2,56kWh di combustibili fossili, con conseguente emissione nell’aria di 0,53kg di Anidride Carbonica.

Stimando 30 anni di vita utile di un impianto da 3kWp installato a Roma in condizioni ottimali, avremo un totale di oltre 70.000 kg di CO2 risparmiata.

Se ognuno cominciasse a chiedersi cosa può fare nel suo piccolo per migliorare il mondo, non sarebbe un impianto fotovoltaico una risposta perfetta?